Offrivano denaro in cambio del rilascio immediato di documenti edilizi: questa la scoperta fatta dalla Procura di Roma le cui indagini hanno coinvolto Avvocati e professionisti.
Tra i soggetti coinvolti rilevano svariate figure di professionisti quali ingegneri, geometri ed architetti soprattutto, i quali contattavano alcuni dipendenti del Comune di Roma, promettendo loro denaro in cambio di copie di documentazione edilizia che, in genere, avrebbe richiesto lunghi lassi di tempo per il suo rilascio.
In questo modo si sarebbe venuto a creare un vero e proprio sistema parallelo di concessioni edilizie, alternativo rispetto a quello ordinario, nel quale l’unico modo per ottenere i documenti nel più breve tempo possibile era quello di sborsare denaro contante.
Secondo quanto emerso dalle indagini, i professionisti avrebbero contattato telefonicamente o via sms i dipendenti comunali, dando loro dei veri e propri ordini al fine di recuperare nel più breve tempo possibile le pratiche di cui avevano bisogno.
In cambio della prestazione resa, i dipendenti ricevevano la corresponsione di somme di denaro, per le quali esisteva addirittura un vero e proprio tariffario, nel quale a ciascuna prestazione richiesta corrispondeva un prezzo, con la previsione di sconti per i clienti più “fedeli”, ovvero ossia coloro che abitualmente facevano ricorso a questo meccanismo.
I dipendenti sono oggi indagati per corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, dal momento che avrebbero ricevuto un indebito profitto per l’esercizio della propria funzione.
Dalle loro pratiche sarebbe inoltre derivato anche un danno erariale per lo Stato, dal momento che la loro intercessione avrebbe permesso ai professionisti non solo di accorciare i tempi per il rilascio della documentazione richiesta, ma anche di evitare il versamento dei diritti, seppur di importo ridotto, previsti per la consegna delle copie o per la consultazione dei documenti.
Ufficio tecnico Comune di Roma
Il sistema corruttivo descritto sarebbe rimasto immutato se non fosse pervenuta alla Procura di Roma la denuncia fatta da un dirigente dello stesso Comune di Roma, appartenente alla Direzione urbanistica, e che ha permesso fortunatamente di dare avvio alle indagini.
Sulla base delle dichiarazioni emesse dal dirigente, sarebbero stati, nello specifico, due gli episodi che avrebbero insospettito il dirigente e che lo avrebbero convinto a denunciare i fatti: il primo sarebbe consistito nella manomissione dell’impianto di allarme di due stanze, avvenuta tramite la copertura dei sensori con del nastro isolante. In seguito, il medesimo dirigente si sarebbe accorto di alcune pratiche che immotivatamente non avevano seguito l’ordine cronologico prestabilito, ma risultavano essere state evase più rapidamente rispetto ad altre pratiche precedenti.
Gli indagati sono stati oggetto di intercettazioni e filmati realizzati dalle telecamere piazzate appositamente dagli investigatori nei luoghi di pertinenza.
Arresti domiciliari convalidati dal Tribunale di Roma
È stata così emessa dal Tribunale di Roma l’ordinanza cautelare, eseguita dalla Guardia di Finanza, che ha disposto gli arresti domiciliari nei confronti di altrettanti pubblici ufficiali: si tratta di tre dipendenti impiegati presso la Direzione Edilizia del Comune ed un dipendente della società in house Risorse per Roma S.p.A..
Sono tutti indagati di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio di cui all’art. 319 c.p. e rischiano, pertanto, una pena che va dai sei ai dieci anni di reclusione. Nell’ordinanza del GIP si legge che «Si tratta di un vero e proprio mercato parallelo, un secondo lavoro che i dipendenti esercitano all’interno dell’ufficio, con i mezzi dell’ufficio, ed in contrasto con le regole interne ad esclusivo beneficio dei professionisti che li hanno assoldati».
Un vero e proprio contesto calcolato che si è protratto e consolidato nel tempo divenendo duraturo.
Disposta anche l’interdizione dall’esercizio della professione, per un anno, nei confronti di 9 figure professionali tra architetti, ingegneri e geometri, accusati di aver corrotto i dipendenti del Comune al fine di ottenere il celere rilascio della documentazione edilizia richiesta o la sua consultazione.